venerdì 29 luglio 2016

Ma io volevo te di Whitney G., recensione

Buonasera Crazy,
Ma io volevo te di Whitney G., terzo volume della Splendido Dubbio series è il libro di cui vi parlo oggi. In ebook è uscito il 27 Giungo, mentre solo ieri è uscito Splendido Dubbio, l’edizione cartacea che raccoglie tutti e tre i piccoli volumi della trilogia, con una bella copertina! Anche Ma io volevo te, si rivela una lettura avvincente e appassionante, nello stile di questa trilogia, e ci regala il bel finale che attendevamo senza deluderci!

Ma io volevo te Titolo: Ma io volevo te
Autore: Whitney G. Gracia

Serie:  Splendido dubbio #3
Editore:
Newton Compton
Data:  27 Giugno
Genere: Erotic romance
Categoria: office romance
Narrazione: prima persona, pov alternati
Finale: No, cliffhanger
Coppia: Andrew, avvocato famoso; Aubrey, tirocinante e aspirante ballerina.
Qui serie


Lo odio…
Odio essermi innamorata di lui, odio che lui non mi ricambi, e odio il fatto di aver appena preso una decisione che mi cambierà la vita solo per fuggire via da lui. Ha sempre detto di essere freddo, senza cuore, e che non sarebbe mai cambiato.
Avrei davvero dovuto credergli…



Mi ero ripromessa di parlarvene nonostante il ritardo ed eccomi qui a tirare le somme sulla trilogia Splendido Dubbio. Sicuramente si è trattato di una piacevole sorpresa sotto vari punti di vista: belle copertine, uscite rapide e ravvicinate e soprattutto davvero una bella storia. Nonostante l’abbiamo vissuta letteralmente a “bocconcini”, infatti, la storia di Andrew e Aubrey è riuscita a centrare tutti gli obiettivi di un buon romance: avvincente, coinvolgente, veloce ed emozionante. Va dato merito all’ autrice di aver saputo superare l’enorme ostacolo che può diventare il dividere la storia in segmenti così piccoli, perché davvero i rischi che si corrono a fare una cosa del genere sono tanti. Ora, è ovvio che l’intera trilogia non brilli per approfondimento dei personaggi e certamente alcune parti risultano affrettate per forza di cose ma Whitney G. ha saputo colmare queste lacune con una trama davvero fitta di colpi di scena. Anzi, a ripensarci, è quasi un peccato che l’autrice non si sia concessa un po’ di spazio per sviluppare la trama complessa che è alla base della trilogia. Non manca davvero nulla: intrighi, drammi legali, tradimenti, false identità!  Il terzo volume della serie, Ma io volevo te, è lungo il doppio dei primi due (parliamo comunque di sole 150 pagine) ed è densissimo di avvenimenti: riprende a narrare la storia dal brusco finale del secondo (manco a dirlo!) ma riserva delle svolte inaspettate che ci faranno finalmente scoprire di più sul passato sofferto di Andrew e che soprattutto vedranno la coppia catapultata nella temuta New York.
Sebbene avrei gradito un finale forse più esteso ed esplicativo perché molti aspetti della vita di Andrew e Aubrey rimango solo accennati, ho comunque apprezzato che Andrew non si trasformi in un cucciolo affettuoso all’improvviso: impassibile e rude, rimangono gli aggettivi perfetti per descriverlo anche quando ammette di essere innamorato di Aubrey.  A questo punto, si può certamente affermare che il debutto italiano di Whitney sia stato un discreto successo (mi sembra di aver colto, anche da parte di voi lettrici italiane, giudizi positivi su tutta la trilogia) e spero vivamente che avremo la possibilità di leggere altro della sua penna… in particolare il pensiero va a Sincerely, Carter - che Francesca ha recensito nel blog per rubrica “I più attesi”(QUI) e mi ha caldamente raccomandato sin da allora!

P.S: come spesso succede, la danza (classica, in particolare) e il romance… non vanno d’accordo neanche in questo romanzo. Nonostante sia evidente che l’autrice abbia fatto delle ricerche, gli scivoloni ci sono, eccome. È decisamente surreale che Aubrey entri in una compagnia come il NYCB a quell’età, e per giunta debutti come protagonista dopo qualche mese, per non parlare di altre assurdità che costellano i tre libri.

P.P.S: vi volevo rassicurare sul fatto che, nonostante l’epidemia paventata dall’autrice in questo libro, il corpo di ballo del NYCB è vivo e vegeto e gode di ottima salute!

Un abbraccio, Simona







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